Ciao ragazzi, SEMICERCHIO è il nome della sponderuola ad angolo basso che ho costruito in questi giorni.
Il nome sta a richiamare alla memoria, la ricerca di un design formato da soli semicerchi o parti di essi. Naturalmente certe linee sono proprio obbligate, tipo la suola!!!
Ho cercato di fondere l'antico evocato dal tipo di strumento creato, ed il moderno con una linea un po particolare, anche un po cyberpunk volendo, con delle viti a testa svasata ad esagono incassato invece di più classiche a taglio.
La realizzazione è stata fatta con due "gusci" in ottone che trattengono il rovere che va a formare il resto dello spessore del corpo.
La lama è stata acquistata tempo fa qui sul forum dal buon Giuliano.
La bocca vine regolata tramite lo scorrimento di un blocchetto di bronzo (non ottone) che da maggiore resistenza meccanica all'usura. Tal blocchetto viene vincolato da due viti che lo stringono immobilizzandolo.
Le due "chiavi di servizio" sono delle classiche beta da 2.5 e da 6mm. Anche queste sono state "nobilitate" ed antichizzate con un manico, anch'esso in mogano.
Dal mio punto di vista mi è parsa una buona realizzazione.
Sia dal punto di vista dell'impatto visivo che da quello tecnico/pratico. L'ho provata sul resto di tavola di rovere dal quale ho ricavato parte del corpo e di testa non ha dato il minimo accenno di strappo del materiale o d'impuntata. Contro legno e a favore di fibra, praticamente, come se non l'avesse sentito.
Ora un paio di misure.
Durante le foto ho dimenticato di apporre accanto alla sponderuola un metro per avere dei riferimenti, quindi dovrete fidarvi sulla parola.
La lunghezza totale è di 180mm per 65mm nel punto più alto ed uno spessore di 22mm dettato dalle dimensioni della lama. Il peso, pronta al lavoro non raggiunge gli 800g.
Sinceramente non so quanto possano pesare le sponderuole ad angolo basso "concorrenti", ma credo che mantenerla leggera sia molto importante. Il peso da stabilità, ed inerzia per le piallate lunghe. Ma questo tipo di pialla è fatta per piallare in testa, ed in genere si tratta di tratti piuttosto brevi. Questo è il motivo per cui ho preferito privilegiare la maneggevolezza alla stabilità.
L'impugnatura non ha nessun tipo di problema per mani medie come le mie, praticamente ha così tante intercapedini che è possibile afferrarle in tutte le posizioni che necessitano.
Il retro, dove poggia il dorso della mano durante la spinta, è stato arrotondato per favorire l'ergonomia e rientrare nuovamente con le linee nel progetto di base di "semicerchi".
False modestie a parte, credo di aver fatto un buon lavoro, ed un buon oggetto merita un buon posto dove riporla una volta finito d'utilizzarla, così ho deciso di farle una scatola. Anche questa, dalle linee in puro stile SEMICERCHIO.
Ho preso un morale di mogano da un pio falegname vicino casa in un sabato mattina, e ho realizzato la scatola.
La realizzazione è totalmente dal pieno, scavata di sgorbia, scalpello e tela vetrata. Finita a cera. L'interno è foderato di velluto blu (da alcune foto sembra nero!). Le cerniere sono delle strisce di cuoio come anche la chiusura che va a fermarsi con un asola su una "capretta" anche questa in ottone. Il perno che tiene chiuso il tutto ricalca lo stile SEMICERCHIO ed è stata ricavata dal pieno da uno sfrido di lavorazione di sagomatura.
Per la realizzazione, ho impiegato un sacco di tempo, tra progettazione, fatta di notte come le muse comandano, il reperimento del materiale, e la realizzazione vera e propria, ma ne sono felice, e posso dire che il risultato mi appaga pienamente. Soprattutto perchè si tratta della mia prima autocostruzione tra le pialle in senso assoluto!
Ogni singola parte dalla più grande alla più piccola è stata realizzata totalmente ed assolutamente a mano, senza l'ausilio di apparecchi elettrici se non con una mola per togliere la bava dai filetti delle viti dopo averle troncate di sega, ed un trapano a colonna da due soldi per i relativi fori.
Tutto il resto è lima, lima, lima, carta vetrata ed ettolitri di olio di gomito!!!
Ora un po di foto.
Il nome sta a richiamare alla memoria, la ricerca di un design formato da soli semicerchi o parti di essi. Naturalmente certe linee sono proprio obbligate, tipo la suola!!!
Ho cercato di fondere l'antico evocato dal tipo di strumento creato, ed il moderno con una linea un po particolare, anche un po cyberpunk volendo, con delle viti a testa svasata ad esagono incassato invece di più classiche a taglio.
La realizzazione è stata fatta con due "gusci" in ottone che trattengono il rovere che va a formare il resto dello spessore del corpo.
La lama è stata acquistata tempo fa qui sul forum dal buon Giuliano.
La bocca vine regolata tramite lo scorrimento di un blocchetto di bronzo (non ottone) che da maggiore resistenza meccanica all'usura. Tal blocchetto viene vincolato da due viti che lo stringono immobilizzandolo.
Le due "chiavi di servizio" sono delle classiche beta da 2.5 e da 6mm. Anche queste sono state "nobilitate" ed antichizzate con un manico, anch'esso in mogano.
Dal mio punto di vista mi è parsa una buona realizzazione.
Sia dal punto di vista dell'impatto visivo che da quello tecnico/pratico. L'ho provata sul resto di tavola di rovere dal quale ho ricavato parte del corpo e di testa non ha dato il minimo accenno di strappo del materiale o d'impuntata. Contro legno e a favore di fibra, praticamente, come se non l'avesse sentito.
Ora un paio di misure.
Durante le foto ho dimenticato di apporre accanto alla sponderuola un metro per avere dei riferimenti, quindi dovrete fidarvi sulla parola.
La lunghezza totale è di 180mm per 65mm nel punto più alto ed uno spessore di 22mm dettato dalle dimensioni della lama. Il peso, pronta al lavoro non raggiunge gli 800g.
Sinceramente non so quanto possano pesare le sponderuole ad angolo basso "concorrenti", ma credo che mantenerla leggera sia molto importante. Il peso da stabilità, ed inerzia per le piallate lunghe. Ma questo tipo di pialla è fatta per piallare in testa, ed in genere si tratta di tratti piuttosto brevi. Questo è il motivo per cui ho preferito privilegiare la maneggevolezza alla stabilità.
L'impugnatura non ha nessun tipo di problema per mani medie come le mie, praticamente ha così tante intercapedini che è possibile afferrarle in tutte le posizioni che necessitano.
Il retro, dove poggia il dorso della mano durante la spinta, è stato arrotondato per favorire l'ergonomia e rientrare nuovamente con le linee nel progetto di base di "semicerchi".
False modestie a parte, credo di aver fatto un buon lavoro, ed un buon oggetto merita un buon posto dove riporla una volta finito d'utilizzarla, così ho deciso di farle una scatola. Anche questa, dalle linee in puro stile SEMICERCHIO.
Ho preso un morale di mogano da un pio falegname vicino casa in un sabato mattina, e ho realizzato la scatola.
La realizzazione è totalmente dal pieno, scavata di sgorbia, scalpello e tela vetrata. Finita a cera. L'interno è foderato di velluto blu (da alcune foto sembra nero!). Le cerniere sono delle strisce di cuoio come anche la chiusura che va a fermarsi con un asola su una "capretta" anche questa in ottone. Il perno che tiene chiuso il tutto ricalca lo stile SEMICERCHIO ed è stata ricavata dal pieno da uno sfrido di lavorazione di sagomatura.
Per la realizzazione, ho impiegato un sacco di tempo, tra progettazione, fatta di notte come le muse comandano, il reperimento del materiale, e la realizzazione vera e propria, ma ne sono felice, e posso dire che il risultato mi appaga pienamente. Soprattutto perchè si tratta della mia prima autocostruzione tra le pialle in senso assoluto!
Ogni singola parte dalla più grande alla più piccola è stata realizzata totalmente ed assolutamente a mano, senza l'ausilio di apparecchi elettrici se non con una mola per togliere la bava dai filetti delle viti dopo averle troncate di sega, ed un trapano a colonna da due soldi per i relativi fori.
Tutto il resto è lima, lima, lima, carta vetrata ed ettolitri di olio di gomito!!!
Ora un po di foto.
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