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stagionatura del legno

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  • stagionatura del legno

    ciao a tutti,
    voglio sottoporvi un problema che da esperto hobbysta non sono riuscito ancora a risolvere. mi capita ogni tanto di fare dei lavori in legno e dopo un certo tempo ,anche molti mesi, assistere a dei ritiri notevoli dei vari pezzi assemblati, certe volte talmente gravi da dover rifare tutto. E' chiaro che la cosa dipende da una cattiva stagionatura , ma se il legno te lo forniscono per stagionato come si può fare per evitare inconvenienti del genere? vedi foto!!
    qualcuno di voi ha qualche metodo? io ho provato a farmi anche misurare l'umidità con apposito strumento ma non ho risolto
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  • #2
    Franco, è possibile avere una foto del telaio a portella aperta?
    Sai sono curioso
    rimanere allievo é il segreto di ogni maestro. J.S.
    L'Arte è la parte nobile di ognuno di noi che non è ostaggio nè del tempo nè del denaro

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    • #3
      Ciao Franco, se l'umidità del legno al momento dell'acquisto era nella media, allora credo che il tutto dipenda dal forte sbalzo di umidità/temperatura che c'è tra il tuo lab e gli ambienti dove viene poi posato il manufatto.

      Ipotesi assurda ma nemmeno tanto se pensiamo che siamo obbisti. Per caso lavori in una vecchia cantina? Un ambiente interrato o simili?

      Hai provato a tenere un igrometro nell'ambiente dove lavori?

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      • #4
        Giusto per incoraggiarti A giugno scorso ho avuto in regalo da un amico alcune tavole di Pino selezionate tenute a stagionare a 800m. di altezza in un locale adatto, le ho trasportate in macchina fino a 100m. slm, il giorno dopo erano belle incurvate ed una addiritura svergolata. Le ho bagnate e morsettate gradualmente per più giorni, sembravano addomesticate; con queste ho costruito un tavolo da esterno, bene: continuano ancora a muoversi nei cambi di stagione.....Consolati!
        FRANCO

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        • #5
          Originariamente inviato da FRANCO Visualizza il messaggio
          ciao a tutti,
          voglio sottoporvi un problema che da esperto hobbysta non sono riuscito ancora a risolvere. mi capita ogni tanto di fare dei lavori in legno e dopo un certo tempo ,anche molti mesi, assistere a dei ritiri notevoli dei vari pezzi assemblati, certe volte talmente gravi da dover rifare tutto. E' chiaro che la cosa dipende da una cattiva stagionatura , ma se il legno te lo forniscono per stagionato come si può fare per evitare inconvenienti del genere? vedi foto!!
          qualcuno di voi ha qualche metodo? io ho provato a farmi anche misurare l'umidità con apposito strumento ma non ho risolto
          si, vabbè stagionato... è come chiedere all'oste se il vino è buono..
          lo ripeterò fino alla nausea.
          il tasso di umidità non c'entra una mazza con la stagionatura.
          un conto è asciugare il legno, un conto è stagionarlo.

          mettiamo che tu prendi del legno con umidità al 10 % , dovrebbe essere buono?
          sbagliato. perchè sicuramente il posto dove andrà magari ha umidità superiore o inferiore. allora come si fa?

          si compra il legno, lo si mette in un posto asciutto e ventilato, ma non al chiuso e lo si tiene li per un paio di anni.(se te lo danno per stagionato )
          il freddo e il caldo gli faranno avere le escrusioni dimensionali adeguate.
          dopo tante escursioni il legno tende a stabilizzarsi.

          poi quando si realizza qualcosa in legno bisogna tenere conto di questo fatto.

          se lavori una tavola di 40 anni fa, non ti capiterà mai una cosa del genere.
          il legno col tempo tende a carbonizzare. il processo di carbonizzazzione allenta quasi tutti i legami fibrosi e la tavola si stabilizza.
          di certo perde un pò in capacità meccanica, ma si stabilizza.
          hai mai visto una botte vecchia? riempila, si gonfia, svuotala, dopo 2 giorni ritira.
          il processo è quasi istantaneo perchè la tavola ha acqquisito le dimensioni standard per lei sotto umido e sotto asciutto. se la misuri , col calibro,saranno sempre quelle nei secoli dei secoli. da bagnata e da asciutta.

          ora fallo con una tavola fresca, per i primi anni ti darà sempre valori di dimensione diversi.
          secondo te stradivari i sui violini li misurava col rilevatore di umidità???
          ma per favore.
          col legno ci vuole pazienza........ biblica pazienza.
          Ultima modifica di vito; 28-09-2009, 00:25.
          oggi la grecia, domani il mondo.
          il tempo smetterà di essere denaro, tornerà sacro.sigpic

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          • #6
            Scusami Franco ma dalle foto credo che il problema sia un altro, Toto ti ha chiesto una foto con anta aperta te la chiedo pure io.
            Son curioso pure io
            Ciao Peppe
            non rimandare a domani quello che puoi fare oggi
            sigpic

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            • #7
              Si ,il mio laboratorio è uno scantinato, non ho un igrometro , ma non saprei nemmeno come usarlo, datemi dei valori in modo che sappia regolarmi. Poi per un hobbysta come me è impossibile acquistare del legno e usarlo 2 anni dopo, dove lo metto ? Non esistono delle misure o delle prove da fare per essere sicuri della buona stagionatura? L'industria del legno ormai stagiona nei forni, ma questo è sufficente? Tenerlo a casa per un paio di mesi dopo averlo tagliato nei pezzi che ti servono aiuta?

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              • #8
                Originariamente inviato da peppeprincipe Visualizza il messaggio
                Scusami Franco ma dalle foto credo che il problema sia un altro, Toto ti ha chiesto una foto con anta aperta te la chiedo pure io.
                Son curioso pure io
                Ah allora siamo in due i curiosi?
                Adesso mi piace un po' di più
                rimanere allievo é il segreto di ogni maestro. J.S.
                L'Arte è la parte nobile di ognuno di noi che non è ostaggio nè del tempo nè del denaro

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                • #9
                  vi metto altre foto del problema , sto parlando di un calo dimensionale del pezzo e non di un cedimento o scollatura dell'incastro. questa è la cornice della porta del frigo della mia cucina , ma mi è successo anche in altri lavori che adesso non ho sottomano da poter fotografare. In questo caso ho avuto un ritiro dimesionale di 4 mm che ha ridutto il manufatto in una schifezza!!
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                  • #10
                    Originariamente inviato da FRANCO Visualizza il messaggio
                    Si ,il mio laboratorio è uno scantinato, non ho un igrometro , ma non saprei nemmeno come usarlo, datemi dei valori in modo che sappia regolarmi. Poi per un hobbysta come me è impossibile acquistare del legno e usarlo 2 anni dopo, dove lo metto ? Non esistono delle misure o delle prove da fare per essere sicuri della buona stagionatura? L'industria del legno ormai stagiona nei forni, ma questo è sufficente? Tenerlo a casa per un paio di mesi dopo averlo tagliato nei pezzi che ti servono aiuta?

                    l'industria del legno oramai essicca nei forni............. non stagiona.
                    discorso forni.
                    il forno lavora sull'umidità, principalmente . quindi non ti da l'escursione termica necessaria alla stagionatura.

                    per le industrie va bene perchè lavorndo il legno in fretta e nei giusti versi, poi il manufatto restringerà uniformemente.

                    esistono comunque dei forni che scaldano e raffreddano in cicli e simulano la stagionatura, ma non danno l'effetto subito.
                    comunque si deve aspettare qualche mese prima di usare il legno.

                    come riconoscere se il legno è stagionato?
                    non è semplicissimo ma ci sono delle indicazioni.
                    il legno stagionato non inmarca tanto o non imbarca per niente quando lo si taglia alla circolare .
                    se spaccate un tavolone alla nastro e questo si chiude o si apre, se poi lo raddrizzate alla pialla, state pur certi che si imbarcherà di nuovo.
                    se invece tira dritto sotto la sega, allora è stabile.
                    il legno non stagionato è di media più chiaro come colore di quello stagionato.
                    il legno stagionato è più leggero nelle mani. da una sensazione di secco , di gesso nelle mani.


                    luogo di lavoro.
                    se lavori in scantinato fai in modo di avere due aperture sempre aperte ad ampia luce.
                    il riciclo dell'aria deve essere costante.





                    un ritiro di 4mm su una sezione di 6cm, mi pare moooolto importante.
                    quel legno non solo non era stagionato, ma era anche umido. umidità anidra assorbita dopo l'uscita dal forno.
                    secondo me sotto la circolare la segatura non era polverosa ma pesante, e cadeva subito al suolo e una volta la suolo se il legno non è stagionato, dopo qualche giorno tende a diventare scura e appiccicosa.
                    se è stagionato invece è molto volatile e vi riempie il naso dopo manco mezzo taglio.

                    lavorare il legno è facile.
                    conoscerlo no. ci vuole occhio . e come al solito osservare i propri errori e da li imparare.
                    oggi la grecia, domani il mondo.
                    il tempo smetterà di essere denaro, tornerà sacro.sigpic

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                    • #11
                      Scusate, io vedo uno scalino di 4 mm sul traverso del telaio, mentre sul traverso dell'anta il ritiro mi sembra minimo quasi invisibile, questo dice qualcosa o no?

                      Franco quelle viti nel telaio le hai messe quando hai montato il tutto?
                      rimanere allievo é il segreto di ogni maestro. J.S.
                      L'Arte è la parte nobile di ognuno di noi che non è ostaggio nè del tempo nè del denaro

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                      • #12
                        Solo due piccole considerazioni, l'umidità relativa dell'ambiente in influisce sui pezzi lavorati per cui puoi stagionare fin che vuoi ma il legno respira per cui riassorbe in piccola parte quello che perde, valuta anche i movimenti dimensionali della struttura su cui appoggi il manufatto, anche lei si "muove" terzo su una rivista specializzata davano ottimi consigli a riguardo, (e la porta di un frigo ?)
                        Non esistono uomini cattivi se sono cucinati bene. Stefano. BENNI

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                        • #13
                          scusa il refuso ho letto dopo che è una anta del frigo allora consolati lo fanno anche le marche pìù blasonate....scusami la franchezza ma per mille motivi è da matti mettere il frigo in nicchia (non mi riferisco a te) è fare comune ma serve solo a far impazzire il frigo (a demolirlo e dimezzargli la vita) che per natura sua deve dissipare.
                          Ciò che dissipa è aria calda con umidità relativa prossima al 70%, ovviamente verso l'alto.
                          Non esistono uomini cattivi se sono cucinati bene. Stefano. BENNI

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                          • #14
                            Come è già stato indicato il discorso stagionatura è un discorso complesso.
                            Cominciamo pure col dire che il legno che acquistiamo dai vari fornitori non è stagionato ma essiccato al forno.
                            Inoltre dobbiamo considerare una serie di fattori.
                            Tempo fa si discuteva del possibile influsso delle fasi lunari su piante ed animale.
                            Da un punto di vista scientifico è da escludere che la Luna possa avere effetti di qualche tipo e questo per il semplice ed ovvio motivo che la massa lunare non varia essendo la sua "scomparsa" dovuta ad un semplice gioco di ombre.
                            E' tuttavia altrettanto vero che esercita influenze importanti sotto forma di maree.
                            Io credo che in realtà la natura abbia dei cicli tutti suoi che nel corso dei secoli l'uomo ha visto coincidere con le varie fasi lunari ed abbia usato la Luna come un " orologio " che gli diceva quando piantare e quando tagliare.
                            Tanti anni fa ascoltavo un vecchio taglialegna parlare con mio padre e spiegargli che gli alberi si tagliano appunto tenendo conto delle fasi lunari, ovviamente della stagione, del clima del momento, in particolare delle giornate di vento e di pioggia, del versante della montagna, dell'età della pianta, della sua vicinanza o meno ad altri tipi de pianta o a piante dello stesso tipo e, udite udite, al fatto che fossero maschi o femmine.
                            Si teneva conto anche di particolari ricorrenze, tipo festività di Santi ma anche qui è chiaro che si trattava di particolari periodi dell'anno che venivano ricordati ricorrendo a questo sistema.
                            Insomma, c'era un rapporto diverso con l'albero.
                            E' evidente che certe scelte sono abbastanza intuitive, per esempio in inverno nell'albero circola molta meno linfa che non in primavera o che un conto è tagliare un abete sulla Sila un altro farlo in Val di Fiemme.
                            Poi la stagionatura avveniva facendo asciugare le tavole lentamente, in luoghi adatti, come le cantine per i vini o le grotte per i formaggi, girando le tavole secondo ritmi precisi, come si fa per lo spumante o per il parmigiano.
                            Poi i falegnami acquistavano il legno e lo accatastavano per almeno un paio di anni prima di usarlo.
                            Aggiungerei che quasi ogni zona d'Italia era peculiare per la lavorazione di alcuni tipi di legno, castagno in una zona, noce in un'altra e via dicendo.
                            Oggi si taglia 365 giorni all'anno, si sfetta il legno seguendo criteri di massimo sfruttamento e non tagliandolo secondo le caratteristiche dell'albero e del suo impiego, si essicca nei forni e si vende qualsiasi tipo di legno in tutte le città e continenti.
                            E dopo questo sproloquio da " sborone " dico la mia sul ritiro che si vede nel telaio di Franco.
                            Innanzi tutto una leggera differenza di movimento tra montante e traversa è fisiologica perchè diverso è il movimento in lunghezza da quello in larghezza che non è solo dovuto all'assorbimento di umidità ma anche al suo rilascio.
                            Ho visto travi di castagno vecchie di 400 anni, tolte dal tetto di un vecchio convento, che, portate in falegnameria e spaccate alla nastro, si aprivano come banane!
                            Tuttavia ci sono due cose che mi fanno pensare, la notevole differenza di movimento tra il telaio e lo sportello e la presenza di quelle viti che sicuramente hanno interferito col fisiologico movimento del legno.
                            Inoltre la cucina è un ambiente particolare soggetto a notevoli sbalzi di temperatura ed umidità.
                            Pensa solo al vapore che sputa un pentolone di ragù che bolle per tre o quattro ore o ad un minestrone o al calore in cucina dopo un paio d'ore di forno a 220 gradi.
                            E poi il frigorifero scalda molto e trasferisce il calore nella zona tra cassa e sportello.
                            Quei telai sarebbe preferibile farli con gli angoli tagliati a 45° per limitare il problema creatosi.
                            Personalmente non ritengo così fondamentale la differenza tra la tana e l'ambiente in cui viene montato il mobile, ma visto che anch'io ho parte della mia tana seminterrata tengo sempre acceso un ventilatore sia per smuovere l'aria che per eliminare l'eventuale presenza di radon.

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                            • #15
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                              rimanere allievo é il segreto di ogni maestro. J.S.
                              L'Arte è la parte nobile di ognuno di noi che non è ostaggio nè del tempo nè del denaro

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