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Tavole di acacia - cosa farne?

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  • Tavole di acacia - cosa farne?

    Oggi un gentilissimo vicino di casa mi ha messo a disposizione una quindicina di tavole di acacia.
    Sono di forma non molto regolare, alcune con qualche crepa, parecchie sono quasi dei rifili, lunghe circa 1600mm e spesse mediamente 50mm. Hanno vent'anni di stagionatura e quando ne ho levigato e oliato un pezzettino per prova sono rimasto impressionato dal bel colore giallo carico e dalla venatura.

    Mi pare un legno molto duro e pesante. Viste le sagome disponibili difficilmente se ne potrebbero ricavare grossi pannelli.

    Dispongo di una combinata e di un amico falegname che potrebbe scartellare le tavole. Avete suggerimenti per come utilizzare al meglio questo che per me è quasi un tesoretto?
    Grazie

    IMGP5551_acacia.jpg

  • #2
    Ciao, vero che non sono lunghissime, ma sono delle belle tavole.
    L'acacia si usa molto per mobili da esterno perchè resiste bene alle intemperie.
    Alberto

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    • #3
      per quanto mi riguarda l'acacia è uno dei legni più belli in assoluto, resistente e durevole, con venature che ricordano l'occhio di tigre (la pietra).
      Studiati il materiale disponibile e regolarizza i pezzi. Poi in base all'effettiva disponibilità ci ricavi quello che vuoi, anche un tavolo per esempio.
      Maurizio

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      • #4
        Un amico aveva delle tavole cosi, gli avevo fatto le ante per la cucina della tavernetta!
        rimanere allievo é il segreto di ogni maestro. J.S.
        L'Arte è la parte nobile di ognuno di noi che non è ostaggio nè del tempo nè del denaro

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        • #5
          Confermate la mia prima impressione. Pensavo che l'acacia (robinia) fosse buona solo da bruciare e invece è dura e resistente alle intemperie!

          Ho provato a trattarne delle piccole parti con olii vari: mi pare persino più bella del mio palchetto di rovere. Da notare che il vicino aveva preso le tavole per farci il palchetto di casa, di quelli a listelli piccoli e inchiodati come si usava qui in piemonte

          Quindi, oltre a manufatti da esterno inizierò a pensare a qualcosa di rustico oppure, all'esatto opposto viste le bellissime venature, a qualcosa di piccolo e molto chic tipo un comodino o un tavolino per il salotto.

          La tavoletta sulla quale ho iniziato gli esperimenti ha un alburno chiaro e abbastanza spesso, anche oltre 1cm, sul quale sono presenti a volte forellini di animaletti. Pensate che sia completamente da eliminare? Oppure posso lasciarlo parzialmente, magari nella parte non a vista? Chiedo perché le tavole non sono enormi e anche pochi cm possono fare la differenza.

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          • #6
            I forellini dovrebbero essere di formiche, problema solo estetico.
            Alberto

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            • #7
              l'alburno ha spessori variabili in funzione della velocità di crescita, ed essendo più tenero del durame può essere attaccato da tarli o altri animaletti, ma nel caso puoi stuccarli. La cosa importante è non confondere l'alburno con il cambio e il libro, ovvero le parti di trasporto linfatico, che sono per forza di cose piuttosto porose. In caso di incollaggio risulterebbe un punto di debolezza importante. A volte sull'acacia si rischia di non vedere bene la differenza.
              Ti allego una foto ravvicinata di una sezione, tra durame e corteccia, si vede lo strato di alburno, cambio, libro e infine la corteccia.
              20180318_235614.jpg
              Maurizio

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              • #8
                Qualcuno aveva fatto anche del lamellare in robinia, purtroppo temo di averlo letto sul defunto forum Il Legno.it quindi non si può recuperare la discussione, mi ricordo che aveva parlato di un legno molto duro e massiccio, tosto da lavorare dove addirittura la sega circolare tendeva a bloccarsi. Sarebbe interessante riuscire a utilizzare meglio la robinia, è un legno duro ma di rapido accrescimento, oltretutto la Liguria è piena.

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                • #9
                  Originariamente inviato da 53ZAC Visualizza il messaggio
                  I forellini dovrebbero essere di formiche, problema solo estetico.
                  Bene. Ho controllato altre tavole. Ci sono forellini piccoli e altri più grandi che paiono di tarli. Comunque sono pochi, solo sull'alburno e paiono vecchi.
                  Penso non sia necessari un trattamento antitarlo.

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                  • #10
                    Originariamente inviato da giotto59 Visualizza il messaggio
                    La cosa importante è non confondere l'alburno con il cambio e il libro, ovvero le parti di trasporto linfatico, che sono per forza di cose piuttosto porose. In caso di incollaggio risulterebbe un punto di debolezza importante. A volte sull'acacia si rischia di non vedere bene la differenza.
                    Ti allego una foto ravvicinata di una sezione, tra durame e corteccia, si vede lo strato di alburno, cambio, libro e infine la corteccia.
                    [ATTACH=CONFIG]88083[/ATTACH]
                    Foto bella ed esplicativa. Non conoscevo neppure l'esistenza di cambio e libro: per me era tutto alburno. Mi documenterò a fondo in merito. Grazie.

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                    • #11
                      Originariamente inviato da Esordientetotal Visualizza il messaggio
                      Qualcuno aveva fatto anche del lamellare in robinia, purtroppo temo di averlo letto sul defunto forum Il Legno.it quindi non si può recuperare la discussione, mi ricordo che aveva parlato di un legno molto duro e massiccio, tosto da lavorare dove addirittura la sega circolare tendeva a bloccarsi. Sarebbe interessante riuscire a utilizzare meglio la robinia, è un legno duro ma di rapido accrescimento, oltretutto la Liguria è piena.

                      Concordo totalmente: legno duro, pesante e bello. Anche dalle mie parti ce ne è molto, purtroppo di piccolo diametro perché generalmente viene tagliato giovane in quanto infestante.
                      L'idea del lamellare è ottima, sopratutto per recuperare gli scarti dove le spaccature diminuiscono troppo la parte utilizzabile altrimenti. Comunque da lasciare a vista data la bellezza del legno. Non ho mai realizzato del lamellare; mi informerò in rete.

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