ecco qua l'ultima lavorazione in corso.
si tratta della realizzazione di una copia di un liuto della fine del '500, della "premiata ditta" Tieffenbrucker, famosa famiglia di liutai tedeschi trapiantata a Venezia.
come si vede nelle prima 4 foto, l'originale e' un liuto in cui il guscio, il rivestimento del manico e della cordiera, e persino la tastiera ed i piroli, furono realizzati in avorio. ancora mi chiedo come hanno fatto a segare quelle doghe, dello spessore di circa 1.2mm (!!) dalle zanne di un elefante...
doveva essere uno strumento particolare, fatto per rgente ricchissima, che forse nemmeno sapeva suonarlo...
poi nei secoli fu abbastanza maltratto: fu trasformato in chitarra (ponte ambiato) e usato come strumento da palcoscenico.
oggi fa parte di una collezione provata inglese. e' uno dei 3 soli esemplari di liuti del periodo che siano arrivati a noi relativamente intatti.
venendo alla mia copia, e non avendo io in cortile un elefante col mal di denti ho dovuto ovviamente ripiegare. l'opzione che molti liutai usano per i liuti in avorio e' il carpino, che come si vede dalle foto ha una fibra molto compatta ed e' decisamente bianco. per la tastiera tuttavia penso di utilizzare l'osso, perche' di quelle dimensioni si trovano diverse piastrine che combinate insieme danno lo stesso effetto.
le foto mostrano la realizzazione del guscio e del manico. il tutto e' ancora grezzo e dev'essere lisciato a dovere, per renderlo lucido, oltre naturalmente alla vernice. il manico e' fatto in abete all'interno, piastronato con carpino all'esterno. tutti i filetti sono realizzati in amaranto. (non si e' riusciti a stabilire il legno originale usato per quelli, ma in effetti sembra un legno di colore rossiccio). manca ancora la tavola, al suo posto c'e' una falsa tavola in faesite, per tenere il guscio "in forma". nelle foto ci sono diverse distorsioni per cui le forme dei due strumenti sembrano diverse, in realta' finora e' venuto praticamente identico all'aoriginale.
peccato che sia fermo in questo stato ormai da quasi un anno e mezzo, da quando cioe' per motivi di lavoro non ho piu potuto continuare.
ma finalmente sento vicino il rientro a casa e non vedo l'ora di riprendere il lavoro (che e' ancora parecchio da fare).
spero di mostrarvi i progressi tra qualche mese.
Luciano
si tratta della realizzazione di una copia di un liuto della fine del '500, della "premiata ditta" Tieffenbrucker, famosa famiglia di liutai tedeschi trapiantata a Venezia.
come si vede nelle prima 4 foto, l'originale e' un liuto in cui il guscio, il rivestimento del manico e della cordiera, e persino la tastiera ed i piroli, furono realizzati in avorio. ancora mi chiedo come hanno fatto a segare quelle doghe, dello spessore di circa 1.2mm (!!) dalle zanne di un elefante...
doveva essere uno strumento particolare, fatto per rgente ricchissima, che forse nemmeno sapeva suonarlo...
poi nei secoli fu abbastanza maltratto: fu trasformato in chitarra (ponte ambiato) e usato come strumento da palcoscenico.
oggi fa parte di una collezione provata inglese. e' uno dei 3 soli esemplari di liuti del periodo che siano arrivati a noi relativamente intatti.
venendo alla mia copia, e non avendo io in cortile un elefante col mal di denti ho dovuto ovviamente ripiegare. l'opzione che molti liutai usano per i liuti in avorio e' il carpino, che come si vede dalle foto ha una fibra molto compatta ed e' decisamente bianco. per la tastiera tuttavia penso di utilizzare l'osso, perche' di quelle dimensioni si trovano diverse piastrine che combinate insieme danno lo stesso effetto.
le foto mostrano la realizzazione del guscio e del manico. il tutto e' ancora grezzo e dev'essere lisciato a dovere, per renderlo lucido, oltre naturalmente alla vernice. il manico e' fatto in abete all'interno, piastronato con carpino all'esterno. tutti i filetti sono realizzati in amaranto. (non si e' riusciti a stabilire il legno originale usato per quelli, ma in effetti sembra un legno di colore rossiccio). manca ancora la tavola, al suo posto c'e' una falsa tavola in faesite, per tenere il guscio "in forma". nelle foto ci sono diverse distorsioni per cui le forme dei due strumenti sembrano diverse, in realta' finora e' venuto praticamente identico all'aoriginale.
peccato che sia fermo in questo stato ormai da quasi un anno e mezzo, da quando cioe' per motivi di lavoro non ho piu potuto continuare.
ma finalmente sento vicino il rientro a casa e non vedo l'ora di riprendere il lavoro (che e' ancora parecchio da fare).
spero di mostrarvi i progressi tra qualche mese.
Luciano
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